Continuano le interpretazioni restrittive in tema di credito di imposta per attività di R&S, soprattutto in merito alle innovazioni di processo e organizzative.
Con la risposta 82/2020 a interpello, Agenzia delle Entrate e MISE negano il beneficio in relazione alle attività che, pur dando luogo ad un ampliamento del livello delle conoscenze o delle capacità della singola impresa, non siano innovative a livello di settore merceologico
Dunque, in conformità alla risoluzione 40/E/19, non rientrano automaticamente nel campo della disciplina agevolativa le attività innovative svolte dalle imprese, ma solo quelle che nell’ambito di un nuovo progetto finalizzato all’introduzione di un nuovo prodotto o processo (o al loro significativo miglioramento) si rendano necessarie per il superamento di un problema o incertezza scientifica o tecnologica, la cui soluzione non sarebbe possibile sulla base dello stato dell’arte del “settore di riferimento”, e cioè applicando le tecniche o le conoscenze già note e disponibili in un determinato comparto scientifico o tecnologico.
Il MISE osserva poi che sono escluse le attività che, pur dando luogo a un ampliamento del livello di conoscenze o delle capacità della singola impresa, derivino essenzialmente dall’effettuazione di investimenti volti all’introduzione da parte della stessa di tecnologie e conoscenze già note e diffuse nell’ambito del “settore di appartenenza”.
Fonte – il sole 24 ore – 29 febbraio 2020